Qualche anno fa giaceva inscatolata, pezzo pezzo, in un caponnone di Paderno Dugnano, alle porte di Milano, e chi l’aveva creata era in cerca di qualcuno che l’acquistasse per valorizzarla. Ora ha trovato finalmente la sede che merita, una bella corte immersa nel verde a Tradate, in provincia di Varese. È il Museo Fisogni, la più grande collezione al mondo di distributori di benzina. La raccolta è unica nel suo genere e comprende oltre 5mila pezzi provenienti da Italia, Europa e Stati Uniti: pompe di benzina, targhe pubblicitarie, erogatori di lubrificanti, compressori, barili, latte, utensili, gadget, progetti e disegni grafici. Una tappa imperdibile per gli amanti del design e dell’archeologia industriale.
A mettere insieme l’eccezionale collezione è stato Guido Fisogni, costruttore di pompe di benzina che dal 1966 al 1990 ha pazientemente cercato, raccolto, restaurato e catalogato ogni pezzo. Il più antico risale al 1892. Tutti, nel susseguirsi coloratissimo che caratterizza l’esposizione, raccontano un pezzo di storia dell’industria, del design e della pubblicità da un punto di vista davvero inedito. “Tutti gli oggetti della mia collezione hanno delle peculiarità che li rendono unici”, ha raccontato Fisogni qualche mese fa in occasione dell’inaugurazione del nuovo Museo che porta il suo nome. “Recuperare il passato, documentare il progredire della tecnica, conferire una dignità, anche estetica, all’oggetto vintage industriale, troppo disprezzato perché eseguito in serie – ha sottolineato – sono stati gli obiettivi di questi anni di ricerca appassionata”.
Io avevo avuto modo di incontrarlo nel 2009 quando era alla ricerca di sponsor istituzionali e privati che investissero sulla sua collezione. Allora le pompe di benzina erano quasi tutte incelofanate, i gadget inscatolati e chiusi in un magazzino. Da un po’ di anni, dopo che la sua ditta aveva chiuso, la raccolta, che per molti anni era stata aperta gratutamente al pubblico e agli esperti del settore, non era più visitabile. Quella volta Guido Fisogni mi aveva mostrato le chicche della collezione, i pezzi più importanti: i distributori mobili degli anni Venti, il piccolo erogatore di petrolio per accendini Agip, il distributore disegnato nel 1938 dall’architetto Marcello Piacentini per Benito Mussolini, le latta Fiat con l’omino con le mani e i piedi di Marcello Nizzoli e l’oggetto simbolo del Museo, il primo erogatore elettrico ambivalente, per benzina e nafta, datato 1938. Guido Fisogni mi disse che era scoraggiato dal fatto che nessuno, nemmeno le istituzioni locali, fossero interessate a valorizzare la raccolta. Si stava facendo avanti, invece, qualcuno dagli Emirati Arabi. Poi, evidentemente, le cose sono andate diversamente e la raccolta Fisogni è rimasta in Italia. Una buona notizia.
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