Milano è così. Non ostenta spavalda la sua bellezza, ma riservata si lascia scoprire poco alla volta. Lo sa chi ha provato a buttare l’occhio dentro a uno dei tanti portoni delle vie del centro quando per sbaglio rimangono aperti un po’ più a lungo. È lì che si cela la Milano delle corti e la sua bellezza ignota ai più. L’esempio forse più soprendente è la magica Casa degli Atellani di corso Magenta, proprio difronte a Santa Maria delle Grazie. La bella notizia è che per i sei mesi di Expo questa dimora quattrocentesca ha aperto i battenti al pubblico svelando un segreto nascosto: l’antica vigna che fu di Leonardo Da Vinci.
La vicenda di Casa degli Atellani e della vigna di Leonardo è antica e ha il sapore delle storie rinascimentali. Gli Atellani erano una famiglia di cortigiani, originaria della Basilicata. Alla fine del Quattrocento, prima dell’arrivo a Milano dei francesi, era lì, in corso Magenta, che avevano la propria dimora, dono di Ludovico il Moro, centro nevralgico della vita mondana e politica della Milano degli Sforza.
Pochi metri più in là, in quegli stessi anni, Leonardo da Vinci dipingeva uno dei suoi capolavori, l’Ultima Cena. Per ringraziarlo di quell’opera, il Moro che l’aveva commissionata, gli donò una vigna, che si estendeva proprio vicino al giardino della Casa degli Atellani. Leonardo morì qualche anno dopo in Francia, gli Atellani furono costretti per alterne vicende politiche a lasciare Milano, ma sia la casa che la vigna sopravvissero passando nel corso dei secoli di proprietario in proprietario. Fino agli anni Venti.
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