La professione del terzo millennio? Potrebbe essere quella del gastronomo. Ne sono convinti all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, la cittadella di Slow Food immersa tra i vitigni di Langhe e Roero dove giovani provenienti da tutto il mondo arrivano per studiare biodiversità alimentare, scienza dell’agricoltura, storia della cucina e del vino, geografia, turismo e molto altro ancora. Io mi ci sono imbattuta per caso qualche settimana fa e ho scoperto che in realtà questo polo universitario, ospitato dal meraviglioso complesso sabaudo dell’Agenzia di Pollenzo, ha da poco compiuto dieci anni. Un tempo abbastanza lungo per tirare le prime somme e scoprire che, secondo le rilevazioni dell’Ateneo, dei primi 1000 laureati l’85 per cento ha trovato un posto di lavoro entro sei mesi dalla laurea. Nel 90 per cento dei casi si tratta di un’occupazione coerente alle aspirazioni e al percorso di studi dei ragazzi. Non male, ho pensato, nel periodo di massimo storico di disoccupazione giovanile, ormai saldamente ferma sopra il 40 per cento. “Qui creiamo i gastronomi del terzo millennio. Una figura completa – mi ha raccontato il vicepresidente dell’Università, Silvio Barbero – in grado di analizzare il mondo dell’alimentazione nella sua complessità”.
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