La copertina di La Garçonne, il primo titolo della nuova collana Sonzogno Bittersweet.

Vi è mai capitato di imbattervi per caso in un libro polveroso dimenticato su uno scaffale della libreria di vostra nonna, di rigirarlo tra le mani, iniziare a leggerlo e scoprire tra quelle pagine una storia coinvolgente scritta in maniera ineccepibile? E chiedervi: ma perché non ho mai sentito parlare di questo libro e del suo autore? A Irene Bignardi è successo molte volte, soprattutto di notte, mentre tra i libri di sua mamma cercava qualcosa da leggere per “addormentarsi felice”. Così è nata nei mesi scorsi Bittersweet, la nuova collana della casa editrice Sonzogno dedicata alla letteratura al femminile del ‘900  della quale Bignardi, giornalista e critica cinematografica, è curatrice. Libri dimenticati e oggi riscoperti, che “parlano di un passato recente, di come è cambiata la condizione delle donne e il mondo intorno a loro, con lo charme di una scrittura apparentemente semplice. Letture scelte per il puro piacere di leggere”, racconta Irene Bignardi. L’abbiamo incontrata per farci raccontare cosa sta dietro Bittersweet e quali sono le chicche che potremo trovare a breve in libreria. Ecco che cosa ci ha detto.

Irene, come nasce il progetto di Bittersweet?

L’idea nasce dalle mie notti insonni alla ricerca di qualcosa da leggere per addormentarmi felice. Tra gli scaffali della libreria di mia mamma ho trovato libri degli anni Quaranta importanti, di grande qualità narrativa, che erano andati dimenticati. E ho proposto a Sonzogno di recuperarli. È una collana di narrativa “alta”, ma popolare, senza la difficoltà della grande letteratura di quel periodo alla Virgina Woolf, eppure capace di appassionarti.

In che anni e dove sta cercando i libri per Bittersweet?

Nel periodo “vintage” compreso tra gli anni Venti e gli anni Settanta: un cinquantennio nel quale la condizione femminile è cambiata totalmente. Il pozzo di San Patrizio delle sorprese sono la letteratura inglese e americana degli anni Trenta e Quaranta. Accanto alla Woolf ci sono state scrittrici indimenticabili, che ci hanno lasciato cose meravigliose.

Che mondo al femminile viene fuori da questi libri?

Variegatissimo. Il primo libro della collana è La garçonne di Victor Margueritte, del 1922, un vero e propri best seller che in quegli anni suscitò grande scandalo. È la storia della rivoluzione del costume che è passata negli anni Venti dal taglio di capelli “à la garçonne”, per l’appunto, e da una libertà sessuale avventurosa e libertina. Poi, c’è Questo indomito cuore di Pearl Buck, prima scrittrice americana a vincere il Premio Nobel e il Pulitzer: una ragazza scrittrice che riesce a conquistarsi il suo spazio al di là delle convenzioni artistiche dell’epoca.

Insomma, storie di rivoluzioni e di conquiste. È questo il destino delle donne allora come oggi, “dolce e amaro”, come indica il titolo della collana?

È sempre difficilissimo. Le donne hanno mille ruoli e devono imparare a cavarsela, al di là delle convenzioni di ogni epoca.

Però, questi non sono libri scritti solamente da donne e nemmeno rivolti solamente alle donne.

Assolutamente no. Sono libri per gli esseri umani, che aiutano a capire qualcosa in più della propria condizione di essere umano in generale e poi, certamente, anche a comprendere meglio la condizione femminile.

Che sorprese ci riserverà Bittersweet in libreria nei prossimi mesi?

Innanzitutto, un libro bizzarro e divertentissimo come Tanto gentile e tanto onesta, di Gaia Servadio, un concentrato di folli avventure al femminile degli anni Sessanta. È un libro molto divertente sulle “cattive ragazze” di quegli anni, che quando fu pubblicato per la prima volta da Feltrinelli nel 1967 riscosse un grande successo internazionale. Poi, c’è Povera Vacca, di Nell Dunn, dal quale Ken Loach ha tratto anche un film. È un ritratto di vita molto inteso ambientato, ancora una volta, in un periodo di grandi scoperte e cambiamenti quale sono stati gli anni Sessanta.